Il Dente di Leone, Dente di Cane o Tarassaco (Taraxacum officinalis) è una pianta con le foglie profondamente dentate e solcate, riunite in una rosetta basale. I suoi fiori sono gialli, singoli, posti in cima ad un fusto, privo di foglie. Il fiore, dopo la fioritura, si trasforma in un soffice globo bianco (soffione) che i bambini amano raccogliere per esprimere un desiderio e mandare nell’aria questi piccoli “paracadute” che lo compongono, con appeso, ad ognuno di essi, un seme fertile.
E’ un’erba infestante dei campi, che si trova un po’ ovunque.
In tutta Italia, ma in particolare in Trentino, è un’ottima verdura primaverile, ricercata e raccolta da molte persone, proprio come “erba depurativa” e per fare una “cura di primavera”. E’ necessario raccogliere il dente di leone in zone incontaminate, oppure acquistarlo in erboristeria se lo si vuole usare dalpunto di vista terapeutico.
E’ consigliato il suo uso fitoterapico per tutte le malattie del fegato e delle vie biliari, come buon diuretico, nei disturbi della digestione e persino in alcune malattie reumatiche quando peggiorano e si avviano verso la cronicità. La parte usata allo scopo è la radice, in ragione di 20-30 grammi per litro di acqua.
E’ preferibile raccogliere la radice nel periodo autunnale, oppure alla fine dell’inverno.
I fiori, ancora chiusi in “bottoni”, possono essere conservati in vasetti, sotto olio, dopo averli scottati in acqua bollente salata… sono deliziosi!
Tradizione antica:
In molte valli trentine si porta avanti l’antica tradizione del cosiddetto “miele di tarassaco”, considerato un vero toccasana per i malanni più disparati: problemi di intestino, malattie della pelle, brufoli, problemi renali e della vescica.
Ricetta del miele di tarassaco:
Riempire un barattolo di vetro con uno strato di fiori e uno di zucchero, per un totale di sei strati. Lasciare al sole girando il vasetto ogni settimana, fino ad ottenere il totale scioglimento dello zucchero. Colare tutto e conservare il “miele” così ottenuto in un vasetto di vetro scuro.
Curiosità:
Le radici, assieme a quelle della cicoria, tagliate e tostate, possono essere utilizzate come succedaneo del caffè.
Buona raccolta dal Maso Spezial!
Tratto dal libro: “I segreti del nonno” di Bruno Coveli